L’imponente palazzo, edificato su un promontorio roccioso sporgente tra monti e lago, domina il paese.
Questa fastosa dimora fu voluta nel 1586 dal Cardinale e segretario di Stato al soglio pontificio Tolomeo Gallio. Investito da pochi anni della contea delle Tre Pievi di Gravedona, Sorico e Dongo, affidò a Pellegrino Tibaldi, architetto del Cardinale Carlo Borromeo, la realizzazione dell’edificio, ma venne completato dopo il 1607, anno della sua morte.
Il palazzo andò ai suoi nipoti, duchi d’Alvito, e non ebbe mai vita splendida. Fu utilizzato dai francesi e dagli spagnoli come ospedale, fino a che, agli inizi dell’Ottocento passò per varie proprietà private.
Oggi il palazzo appartiene alla Comunità Montana Alto Lario Occidentale, monumento nazionale, è vanto del comune di Gravedona e di tutti i gravedonesi.
La tradizione ricorda che avrebbe dovuto ospitare quel Concilio della Controriforma Cattolica che invece fu tenuto a Trento.
È a pianta quadrata con quattro torri massicce angolari legate da stretti loggiati; logge sovrapposte si aprono anche sulla facciata verso il lago e su quella a monte regalando la vista di un bellissimo paesaggio.
Le mura di cinta hanno incorporati i resti dell’antico castello distrutto nel secolo XII Questa pianta del Palazzo è ispirata a quella delle "ville della delizia" che il Palladio era andato costruendo in quegli anni nelle dimore patrizie di campagna dello Stato Veneto di terraferma, apparendo tale Palazzo come antisignano delle analoghe ville che sorgeranno sul Lario e in tutta la Brianza nel periodo seguente.
Sotto la loggia rivolta verso il lago è stata esposta un’iscrizione dove si legge: “Tolomeo Gallio di Santa Romana Chiesa, Cardinale Comense e Signore delle Tre Pievi di Gravedona, Sorico e Dongo, attratto dal clima temperato e dall’amenità del luogo ornò e rese più illustre il nobile paese di Gravedona con questo grandissimo palazzo con giardini, fontane e piscine nell’anno del Signore 1586”.
L’interno il vasto salone centrale raggiunge in altezza due piani, oggi utilizzato per mostre, concerti e convegni.
Lateralmente è affiancato da altri ambienti su due piani, collegati tra loro da loggiati. Questi locali sono utilizzati dagli uffici della Comunità Montana Alto Lario Occidentale e dalla Biblioteca comunale.
Il Palazzo non presenta arredamenti e opere di grande fasto, presumibilmente perchè i lavori vennero ultimati dopo la morte del committente e dunque mai utilizzato per lo scopo che il proprietario gli aveva destinato.
“…A Gravedona il castello di Tolomeo dice una parola vera e bella dell’umanesimo rifatto cattolica…”.
(Da “Italia per Terra e per Mare”, in Autunno Lariano di Riccardo Bachelli)


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Palazzo Gallio
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